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Piatto tipicamente sardo, la fregola nella forma e nell’utilizzo richiama molto da vicino il cous cous carlofortino, pur differenziandosene per origine. Figlia del sole del campidano quando parliamo di fregola, o meglio de sa fregula, ci riferiamo a piccole palline di semola, tradizionalmente preparate nella freguera.
Si tratta di un ampio recipiente di grossolana terracotta con un fondo piatto e particolarmente ampio. I bordi alti come quelli di un catino permettono una buona lavorazione della pietanza. Il procedimento tanto semplice è ugualmente faticoso, ma le donne sarde si dimostrarono delle grandi maestre.
La semola inumidita con dell’acqua tiepida viene salata e lavorata a mano con un caratteristico movimento rotatorio che avrà come scopo principale quello di aggregarla in piccoli chicchi rotondeggianti. Questi verranno fatti poi seccare al sole all’interno della così detta canistedda o messi dentro il forno.
Si tratta di una delle creazioni più caratteristiche del campidano, fa parte del territorio dal quale è nata, tutto sole e grano e partecipa a rendere eccezionale la gastronomia locale. Spesso la fa da padrona all’interno di minestre di pesce o di carne, ma più comunemente la si trova servita asciutta, a mo di risotto. Tipicamente è accompagnata dalle arselle, in uno dei piatti cagliaritani più deliziosi, sa fregula cun cocciula, ma si dimostra insuperabile anche se servita con il pecorino. La Fregola
Piatto tipicamente sardo, la fregola nella forma e nell’utilizzo richiama molto da vicino il cous cous carlofortino, pur differenziandosene per origine. Figlia del sole del campidano quando parliamo di fregola, o meglio de sa fregula, ci riferiamo a piccole palline di semola, tradizionalmente preparate nella freguera.
Si tratta di un ampio recipiente di grossolana terracotta con un fondo piatto e particolarmente ampio. I bordi alti come quelli di un catino permettono una buona lavorazione della pietanza. Il procedimento tanto semplice è ugualmente faticoso, ma le donne sarde si dimostrarono delle grandi maestre.
La semola inumidita con dell’acqua tiepida viene salata e lavorata a mano con un caratteristico movimento rotatorio che avrà come scopo principale quello di aggregarla in piccoli chicchi rotondeggianti. Questi verranno fatti poi seccare al sole all’interno della così detta canistedda o messi dentro il forno.
Si tratta di una delle creazioni più caratteristiche del campidano, fa parte del territorio dal quale è nata, tutto sole e grano e partecipa a rendere eccezionale la gastronomia locale. Spesso la fa da padrona all’interno di minestre di pesce o di carne, ma più comunemente la si trova servita asciutta, a mo di risotto. Tipicamente è accompagnata dalle arselle, in uno dei piatti cagliaritani più deliziosi, sa fregula cun cocciula, ma si dimostra insuperabile anche se servita con il pecorino.