Sa Tratalia e Sa Cordula

Citando i piatti tipici dell’isola è praticamente impossibile non ricordare di due specialità ben conosciute in tutto il territorio sardo,  sa Tratalia e Sa Cordula. Entrambi i piatti genuini e rustici conoscono come alimento di base le interiora di giovani capretti e agnellini da latte e sono certamente più sfiziosi a mangiarsi che a dirsi.

Sia che si parli di tratalia che di cordula  ci riferiamo a piatti fortemente legati al mondo pastorale,  la cui preparazione si dimostrerà particolarmente lunga e complicata. A tutt’oggi le ottime massaie isolane si cimentano in quest’arte antica per la gioia della tavola e dei commensali, senza perdere il legame con la lontana tradizione.

Fondamentale la presenza di uno spiedo, su schidoni, dove verranno infilzate le interiora degli animali: fegato, polmone, cuore e pancreas, ghiandole e animelle. A chiudere questo gigante spiedino fette profumate di lardo che renderanno la specialità ancora più saporita.

Differenza fra sa tratalia e sa cordula è che quest’ultima è avvolta con l’omento (localmente detto sa nappa) e infine intrecciata con il sottile budellino dell’animale pulito con una certa attenzione. Una volta pronte tratalia e cordula si cuoceranno su di un fuoco vivace che regalerà croccantezza al piatto.

La preparazione come si potrà immaginare è altamente complessa. A richiedere maggior tempo la pulitura degli intestini, che dopo essere stati lavati verranno lasciati a mollo nell’acqua e aceto, e la tecnica dell’intreccio di questi.

Mentre sa tratalia è normalmente cotta al fuoco, sa cordula potrà essere cucinata anche in tegame con l’aggiunta di piselli, olive nere o favette.

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